Dopo le brutte notizie che hanno riguardato le carceri nei giorni scorsi (evasioni di massa e proteste) arriva finalmente una buona iniziativa. In particolare venticinque carceri in tutta Italia si sono attivate per la produzione di circa 10mila mascherine chirurgiche al giorno che saranno distribuite non solo tra i detenuti ma potranno essere diffuse anche all’esterno, a chi ne ha più bisogno.
Le carceri coinvolte in questa iniziativa sono naturalmente quelle nelle zone più colpite dal Coronavirus come Bergamo, Opera e San Vittore ma si sono accodate anche Rebibbia, Lecce, Orvieto, Volterra, Massa, Siracusa, Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere e Salerno. Non è da escludere inoltre che nel corso dei prossimi giorni anche altre carceri decidano di aderire a questa iniziativa.
Le mascherine realizzate nei laboratori sartoriali saranno
composte da due o più strati di poliestere e polipropilene. I modelli sono
stati realizzati in un primo prototipo dapprima nel carcere di Massa e poi, una
volta giunta l’approvazione da parte dell’Asl, è stato dato il via libera anche
dall’Istituto Superiore di Sanità per la produzione in serie dei prodotti.
L’idea è venuta innanzitutto per proteggere gli agenti penitenziari, i quali,
provenendo dall’esterno, hanno maggiori possibilità di contagiare i detenuti
dando vita a delle vere e proprie epidemie interne alle carceri. Trattandosi di
un luogo chiuso e nel quale si è così a stretto contatto i rischi sono
realmente elevati.
Si tratta comunque di un’iniziativa davvero interessante che ci ricorda quanto dinanzi ad un problema e un’emergenza così grandi, ognuno di noi può fare la sua parte anche chi, magari, nel corso della sua vita ha commesso qualche errore e ne sta pagando ora le conseguenze.