In queste ultime ore sono circolate foto e video riguardanti la messa in atto di speciali protezioni in plexiglass per andare al mare e in spiaggia questa estate. Il ministro Dario Fransceschini ha specificato che il governo è al lavoro per un decreto che riguarderà proprio le attività balneari ma che escluderà l’utilizzo di tali protezioni.
Quello dell’estate è un problema che inizia a farsi sempre più concreto. Se le misure restrittive per il momento parlano chiaro e impediscono l’accesso ai siti balneari fino al 3 maggio, con l’arrivo della bella stagione e il conseguente innalzamento delle temperature, si ci preoccupa sul come poter godere dei litorali, pur mettendo in atto misure di sicurezza.
I famosi “muri in plexiglass” che sono circolati sul web nelle ultime ore sono stati proposti da un’azienda di Modena ma sono stati per il momento bocciati. Il problema vero infatti riguarda, oltre che alle difficoltà relative il montaggio in stabilimenti balneari di piccole dimensioni, anche la sicurezza vera e propria delle persone ospitate all’interno di questi “bunker”.
Come ha spiegato Antonio Capacchione presidente del sindacato italiano Balneari di Confcommercio, questa soluzione è incompatibile con il nostro clima, in quanto creerebbe un vero e proprio effetto serra e, in più, risulterebbe pericolosa a causa di vento e altri agenti atmosferici.
Si ma quindi come andremo al mare questa estate?
È chiaro che muterà completamente quello che è l’approccio al sito balneare in sé. Innanzitutto sarà previsto un maggiore distanziamento tra le varie postazioni, gli ombrelloni, i tavolini e le sedie. In più ci sarà un controllo maggiore anche per ciò che riguarda gli ingressi in spiaggia con possibilità decisamente più limitate.
Naturalmente attenderemo il decreto ufficiale per comprendere effettivamente quali saranno le misure messe in atto.
Altro dubbio riguarda i proprietari di tali stabilimenti, i quali si preoccupano naturalmente di metterli in sesto in vista della stagione estiva. Come ha ribadito Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, per riavviare gli impianti, ci vogliono circa due mesi. Purtroppo ad oggi solo tre regioni, Veneto, Abruzzo e Liguria, hanno dato disposizioni a riguardo concedendo a proprietari e personale di manutenzione di avviare i lavori di ripristino e di sorveglianza dei litorali.
I provvedimenti messi in atto dal governo andranno sicuramente a diluire queste tempistiche e molti impianti turistici corrono il rischio di aprire decisamente tardi a causa di tali adeguamenti sanitari.
Staremo a vedere a attenderemo per comprendere effettivamente cosa poterci aspettare da questa estate 2020 la quale, senza dubbio, sarà molto diversa dalle precedenti.