I sintomi fisici causati dal coronavirus sono ormai noti a tutti: febbre, difficoltà respiratorie, dolori articolari. Il virus, però, presenta anche degli effetti a livello psicologico che l’Università del Minnesota, insieme alla testata Business Insider stanno cercando di studiare a fondo.
La conferma circa l’incidenza del covid-19 anche sullo stato psicologico dei pazienti ci giunge dalle testimonianze di chi, il virus, lo ha dovuto affrontare in prima persona. Deborah Tahlman, 38 anni di Ostrander in Ohio, ha dichiarato che, oltre ai sintomi fisici molto evidenti, è stata sottoposta ad uno stress psicologico senza precedenti.
A tutto questo si aggiunge anche la paura che questa esperienza possa in qualche modo influenzare, in futuro, la sua capacità, a livello psicologico, di affrontare anche una semplice influenza.
Oltre alla donna numerosi altri pazienti guariti dal coronavirus hanno dichiarato che i sintomi psicologici sono palpabili. Parliamo di improvvisi attacchi d’ansia, lacrime che fuoriescono da sole senza un apparente motivo e, nei casi più gravi, dei veri e propri esaurimenti nervosi.
Secondo il dottor Craig Weinert, pneumologo e medico di medicina critica dell’Università del Minnesota, questa esperienza potrebbe portare, in alcuni soggetti, delle conseguenze a lungo termine molto vicine a quelle associate allo stress post-traumatico.
La cosa che maggiormente spaventa le persone, secondo Weinert, è l’ignoto, la paura di non farcela e il non sapere a cosa si andrà incontro affrontando la malattia.
“Perché sto piangendo? Perché riesco a malapena a camminare anche se non ho il fiato corto?” queste le principali domande rivolte al dottore e che hanno destato la sua preoccupazione. Tali esperienze così traumatiche possono infatti causare dei danni a lungo termine che porterebbero la persona a riprendersi addirittura dopo mesi o anni dalla guarigione.
A tutto questo si aggiunge poi anche l’isolamento forzato al quale questo terribile virus costringe. Essere isolati, in alcuni casi immobili, per settimane senza conoscere l’esito della propria malattia, potrebbe portare dei danni alla persona, e al nucleo familiare ad essa associata, che per il momento non sono ancora chiari.
In conclusione c’è da aggiungere che in soggetti con lievi disturbi psicologici di base, tra i quali possono essere annoverati anche semplici disturbi d’ansia, questa condizione di isolamento e chiusura potrebbe portare ad uno sviluppo esponenziale del disturbo rendendolo un vero e proprio problema.
Una cosa comunque appare chiara e cioè che questo virus, oltre a colpire il fisico, è in grado, per vie subdole e indirette, di colpire anche la sfera psicologica già messa a dura prova in questo difficile periodo.