Svizzera: l’esercito resta in strada fino al 30 giugno

È ufficiale, il servizio reso dall’esercito nelle strade svizzere, in appoggio alle autorità civili per l’emergenza Covid-19 potrà continuare fino al 30 giugno.

La decisione è giunta oggi grazie alla votazione da parte del Consiglio nazionale che ha visto 155 voti a favore, 8 a sfavore e 31 astenuti. La votazione era obbligatoria in quanto sono stati impiegati più di 2000 uomini e per un periodo superiore alle tre settimane e, pertanto, l’Assemblea federale era tenuta a riapprovare la decisione per ogni sessione successiva.

Le misure iniziali, agli albori dell’emergenza coronavirus, prevedevano l’impiego di 800 militari ma, dal 16 marzo in poi vista la crescita esponenziale dei contagi in tutto il mondo, il Consiglio ha deciso di aumentare il numero fino a 8000 unità.
Si tratta della maggiore mobilitazione dell’esercito dalla Seconda Guerra Mondiale.

Non tutti sono però stati d’accordo sull’impiego di una tale forza militare nelle vie cittadine. In particolare PS e Verdi hanno espresso la loro contrarietà in quanto la situazione sta rapidamente tornando alla normalità e gli incarichi di pattugliamento e soccorso dei cittadini potrebbero tranquillamente essere affidati alla protezione civile la quale, nel corso di questa pandemia, ha senza dubbio dato il suo contributo.

La consigliera federale Viola Amherd ci ha tenuto a sottolineare che un impiego così massiccio di uomini è stato voluto per scongiurare eventuali tracolli delle strutture ospedaliere come già avvenuto in altri Stati europei.
Inoltre, gradualmente, i militari stanno rientrando a casa. Sono già 1800 i giovani rientrati e si conta di arrivare a 2500 per la fine di questa settimana.

I giovani soldati, i quali hanno risposto attivamente alla chiamata dello Stato, vedranno in più riconosciuta l’indennità completa per i giorni di servizio prestati.

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