Coronavirus: paura per una seconda ondata in Spagna

Gli esperti temono fortemente una seconda ondata nel territorio spagnolo, a rischio il settore del turismo

Uno dei massimi funzionari sanitari spagnoli ha avvertito che il paese potrebbe subire una seconda ondata di coronavirus a causa di un preoccupante aumento dei casi che ha provocato numerosi blocchi locali. Preoccupazioni fondate, dopo che il paese iberico ha registrato ieri altre 2.615 nuove infezioni, raddoppiando rispetto alle 1.357 del giorno precedente. L’industria del turismo spagnola entra in un periodo di incertezza, dopo che i confini sono stati riaperti ai visitatori il mese scorso.

La Francia non ha escluso la chiusura dei suoi confini con la Spagna e la Norvegia sta minacciando di aggiungerlo alla sua lista rossa dei paesi che richiedono che i visitatori di ritorno vengano messi in quarantena per dieci giorni. Noti epidemiologi spagnoli non trascurano assolutamente l’idea di un nuovo lockdown, visti i numerosi focolai. Il Ministro del Turismo Maria Reyes Maroto ha cercato di esprimere un giudizio positivo su una situazione sempre più preoccupante, insistendo sul fatto che la situazione sanitaria in Catalogna e Aragona, le due aree più colpite dal paese, stesse migliorando.

Giovedì è stato imposto un ulteriore blocco a Totana, nel sud-est della Spagna nella regione di Murcia, visto il focolaio accesosi in un pub chiamato Dubai. Più di 50 persone nel locale notturno sono risultate positive al virus. Circa 30.000 residenti sono bloccati in paese, con l’entrata e l’uscita nel comune vietate tranne nei casi di estrema necessità. I ristoranti e i bar possono aprire solo le aree esterne della terrazza con una capacità del 50%. Ciò ha comportato numerosi dubbi tra i turisti, si segnalano tantissimi annullamenti per prenotazioni avvenute in varie zone del territorio spagnolo.

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