I cacciatori pronti a far partire la caccia al lupo per “tutelare le popolazioni di camosci, cerbiatti e caprioli sulle montagne ticinesi”.
Quella relativa la caccia dei grandi predatori appare una questione decisamente controversa. Da un lato l’associazione dei cacciatori intenzionata a ridurre il numero di lupi nelle montagne ticinesi per salvaguardare le popolazioni delle prede naturali di questi predatori, dall’altro gli animalisti con il WWF in prima linea, per evitare una carneficina.
A tal proposito il presidente dei cacciatori Fabio Regazzi ha dichiarato: «Il lupo va gestito per disinnescare i conflitti che si stanno esacerbando».
Perentoria è giunta la risposta di Francesco Maggi, responsabile del WWF Svizzera italiana: «La vera caccia si pratica dove c’è il lupo, altrimenti è un tiro al bersaglio».
Il conflitto non è sicuramente di semplice risoluzione e a tal proposito le autorità sono al lavoro per la revisione della legge sulla caccia in votazione il prossimo 27 settembre. Nello specifico tale revisione permetterebbe, tra le altre cose, ai singoli cantoni di controllare e monitorare la diffusione dei lupi e di ordinarne l’eventuale abbattimento secondo specifiche condizioni.
Decisione che non è stata ben accolta dagli animalisti in generale. Maggi si è così espresso a riguardo: «Ci sono fior fior di cacciatori, purtroppo non in Ticino, che sostengono che la vera caccia si pratica solo dove c’è il lupo. E condivido questa visione perché oggi da noi ci sono cacciatori che praticamente sparano dalla finestra. La selvaggina, talmente abituata a non avere nemici, si trova spesso tranquilla negli spazi aperti. Ma questa non è caccia, ma tiro al bersaglio»
Entrambe le parti, cacciatori e WWF, concordano però sul fatto che la diminuzione della popolazione di alcune specie animali come i camosci sia dovuta anche ad altri fattori. Tra questi ad esempio la crescita demografica dei cervi, concorrenti naturali del camoscio.
Si tratta insomma di una situazione delicata che non accenna, almeno per il momento, a trovare una soluzione definitiva. La modifica della legge sulla caccia prevista per il 27 settembre si pone l’obiettivo di mettere un po’ d’ordine ma non è da escludere che la decisione comporti ulteriori diatribe.