Portland nel caos dopo la sparatoria mortale di sabato in seguito agli scontri tra polizia e manifestanti. Novità nelle indagini sull’accaduto
Mentre Portland è alle prese con tre mesi consecutivi di proteste e una sparatoria mortale sabato, il governatore Kate Brown sta mettendo a punto il suo piano per cercare di calmare gli scontri sulle proteste in città. Le manifestazioni che denunciano la brutalità della polizia e l’ingiustizia razziale sono riprese dopo la sparatoria dello scorso fine settimana a Jacob Blake in Wisconsin. Sabato le proteste sono diventate violente con scontri tra sostenitori di Trump e manifestanti. Il governatore ha detto che tre giurisdizioni vicine delle forze dell’ordine – la contea di Clackamas, la contea di Washington e la città di Gresham – aiuteranno l’Ufficio di polizia di Portland a far fronte alle proteste. Anche i pubblici ministeri federali e l’FBI collaboreranno nelle indagini su attività criminali e le truppe della polizia di stato dell’Oregon manderanno ulteriori agenti per gestire le proteste.
Il piano del governatore segue una sparatoria fatale durante le proteste di sabato, in cui un uomo è stato ucciso. La vittima non è stata identificata dalle autorità locali, ma da recenti indiscrezioni l’uomo portava un cappello dei Patriot Prayer: un gruppo di estrema destra con sede a Portland che si è scontrato con i manifestanti in passato. All’inizio di sabato sera, la polizia ha twittato che c’erano stati alcuni casi di violenza tra manifestanti e contro-manifestanti, dopo che la manifestazione politica ha attraversato il centro di Portland. Il gruppo di destra Patriot Prayer e gli autoproclamati membri della milizia sono entrati in macchina nel centro di Portland la scorsa notte, armati e decisi ad attaccare i manifestanti. Il governatore afferma: “ogni cittadino dell’Oregon ha il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni senza timore di violenze mortali. Non permetterò a Patriot Prayer ed altri estremisti armati di portare più spargimenti di sangue nelle nostre strade».