L’infettivologo di Moncucco, Andreas Cerny avvisa: “che Zurigo sia da modello per tutti”
L’ondata del contagio da coronavirus che ha interessato la Svizzera, l’Europa e il mondo intero, purtroppo, non è per nulla passata. Secondo gli esperti infatti se l’estate ha rappresentato un momento di tregua, grazie anche alle alte temperature, con l’arrivo dell’autunno è auspicabile prevedere una seconda pesante ondata di contagi.
Queste le parole di Andreas Cerny, infettivologo del Moncucco di Lugano: “Con l’arrivo dell’autunno e il previsto boom di contagi, tutte le città svizzere dovrebbero seguire l’esempio di Zurigo”.
L’esperto si riferisce naturalmente all’utilizzo dei dispositivi di protezione personale (in particolare mascherine e guanti) i quali possono rappresentare una vera e propria diga per il contagio.
Tuttavia secondo Cerny queste misure cautelari potrebbero non bastare in quanto, pur adottandole in maniera maniacale, ad ottobre si giungerà con ogni probabilità ad oltre 500 casi al giorno.
La soluzione nell’home office.
A quanto pare la soluzione ideale per arginare in maniera efficace il contagio risiederebbe nell’home office o anche denominato smart working.
L’infettivologo continua dicendo: “Dove possibile, i datori dovrebbero tornare allo smart working, non appena le distanze non vengono più mantenute, scatta il rischio. Ci si contagia soprattutto durante le pause caffé e in mensa”
Evitare i contatti non strettamente necessari rappresenterebbe quindi una soluzione efficace per evitare nuovi contagi.
Si parla però di soluzioni che i singoli datori di lavoro possono scegliere di adottare (o non adottare) in maniera del tutto autonoma. La speranza è che il buonsenso prevalga e che si incentivino sempre più forme di lavoro flessibile in grado di garantire la sicurezza dei propri dipendenti e delle loro famiglie.