Dopo l’introduzione dell’obbligo, boom di imprese che si sono letteralmente “lanciate”nel business della produzione di mascherine.
Una delle principali capacità di un imprenditore è senza dubbio quella di essere in grado di cogliere le opportunità. È quello che hanno fatto decine e decine di aziende per “cavalcare l’onda” delle mascherine.
Un business sicuramente molto redditizio che ha come pilastro una richiesta in continua crescita a causa, purtroppo, dell’epidemia da coronavirus ancora in corso. Dalle semplici mascherine chirurgiche a prodotti più sofisticati ogni azienda ha proposto la sua idea di protezione. A Riazzino, ad esempio, è nata di recente la LanLoc SA la quale produce sia mascherine “tradizionali” che mascherine personalizzate con tanto di logo e nome.
A Ligornetto invece opera Timask la quale, secondo le parole del responsabile Moreno Lazzaroni, ha voluto puntare più su mascherine chirurgiche certificate che potessero garantire la protezione e l’incolumità di chi le utilizza.
In questo mare prolifico e pieno di pesci, però, c’è anche chi ha pensato di lucrare in maniera indecorosa sulla pelle e la salute dei cittadini. Soprattutto in pieno lockdown, quando la paura la faceva da padrone, sono state individuate parecchie società, soprattutto in Italia, che hanno proposto mascherine a prezzi decisamente troppo elevati o che, nei peggiori casi, si sono avvalse di finanziamenti mai utilizzati per la produzione dei dispositivi.
La domanda che però tutti si pongono è: cosa ne sarà di queste aziende dopo la pandemia?
È chiaro che in piena emergenza i dispositivi di protezione siano fondamentali e che la richiesta abbia raggiunto numeri impressionanti. Il vero problema, per queste aziende, è il post-covid ovvero il periodo che seguirà questa epidemia nel quale, si spera, non ci sarà più alcun obbligo e bisogno di indossare la mascherina.
Per molte di queste aziende potrebbe restare attivo il canale legato ai presidi ospedalieri. Pur non avendo la stessa richiesta di questo periodo, infatti, questi ultimi avranno comunque necessità di mascherine.
In più i macchinari impiegati per la produzione di questi dispositivi possono, in molti casi, essere impiegati anche per la produzione di abiti da lavoro per ambienti come gli ospedali o gli studi dentistici.