Ha l’aspetto di un piccolo cerotto il vaccino al quale sta lavorando un gruppo di ricercatori della University of Pittsburgh school of medicine e sembra aver dato già i primi risultati positivi.
Questo piccolo cerotto, facilmente applicabile sulla cute, è
caratterizzato da una serie di micro aghi i quali, a contatto con la pelle, si
sciolgono rilasciando nell’organismo una particolare proteina. Questa proteina,
denominata spike, permette al corpo di produrre anticorpi contro il virus.
I micro aghi sono circa 400 con 0,5 millimetri di lunghezza e 0,1 millimetri di
larghezza.
L’applicazione è assolutamente indolore confermano gli scienziati e permette di disciogliere questa proteina nell’organismo in maniera molto più rapida e meno invasiva rispetto ad altri metodi. In questo modo il corpo può sviluppare gli anticorpi necessari e, nel momento in cui la persona è infettata dal virus, questi sono in grado di inglobarne rapidamente le particelle bloccando così l’infezione.
Tra i ricercatori spicca anche un nome italiano, Antonio
Gambotto, il quale aveva già realizzato il vaccino per la Sars nel 2003 senza
poterlo però mai sperimentare in quanto la malattia andò a scomparire da sola.
A quanto pare la chiave di volta nell’individuazione e nella realizzazione di
questo vaccino è stato proprio lo studio condotto sul virus della Sars e della
Mers, i quali presentano numerosi punti in comune con l’attuale Covid-19.
Perché la cute e quali sono i primi risultati?
Secondo quanto dichiarato dai ricercatori è stata scelta la
cute come “via di ingresso” in quanto questa rappresenta una vera e propria
muraglia del nostro organismo e proprio per questo motivo è ben presidiata dal
sistema immunitario.
Questo permette di sviluppare una reazione immunitaria molto più forte, oltre a
limitare l’utilizzo e la quantità di vaccino.
I primi sperimenti condotti sui topi sembrano dare risultati
davvero incoraggianti. Gli animali hanno infatti sviluppato una quantità
incredibile di anticorpi e, secondo quanto dichiarato dagli scienziati, questi
effetti potrebbero avere una durata di almeno un anno, come nel caso della
Mers.
Si tratta comunque ancora di farmaci sperimentali che necessiteranno di altri
test prima di poter essere considerati utilizzabili sull’uomo.