Era passata alla storia per via del suo motto “Ditelo con un piatto!” e grazie alle sue gustose ricette dedicate a tutti gli “angeli in cucina”.
Suor Germana, all’anagrafe Martina Consolaro, si è spenta Sabato 7 marzo all’età di 81 anni lasciando un grosso vuoto nei cuori dei milioni di lettori che ha saputo intrattenere nel corso degli ultimi 30 anni.
Il suo primo libro e anche il più celebre “Quando cucinano gli angeli” pubblicato nel 1983 da Edizioni Piemme vendette in Italia oltre 2 milioni di copie con 32 ristampe e traduzioni in ben 16 lingue. A questo ne seguirono molti altri (se ne contano una quarantina) tra i quali ricordiamo i più famosi: «Marmellate, conserve, liquori» (1988), “Le grandi feste in famiglia» (1985), «Le buone ricette dei conventi. Consigli, trucchi e segreti per una cucina sana e genuina» (1991), «La cucina facile di suor Germana» (1994), «I miei primi piatti. La guida tutta illustrata per preparare e presentare magnifiche ricette» (1995), «Il grande libro della cucina facile. La guida tutta illustrata per preparare e presentare magnifiche ricette» (1996).
Nonostante il successo e un guadagno oltre ogni sua più rosea previsione, Suor Germana si è ritrovata a dover affrontare diverse difficoltà nel corso della sua vita. Nel 1990 a causa di incomprensioni con le sue superiore si vedrà costretta ad abbandonare gli abiti religiosi che aveva deciso di indossare già a 19 anni. Come dichiarerà qualche anno più tardi a Famiglia Cristiana: “Ero un cane sciolto, mi ha accolto monsignor Giovanni Saldarini, allora arcivescovo di Torino, che mi ha proposto di entrare nell’Ordo Virginum, in cui mi sono consacrata nel 1994″.
Nel 2002 si ritroverà, da sola, a combattere con la depressione. A detta della stessa suora questi saranno gli anni più brutti della sua vita nei quali, in preda ad attacchi improvvisi, penserà seriamente di farla finita. In ogni caso la vita di Suor Germana è stata piena di amore e devozione verso il prossimo. Dai suoi scritti milioni di persone hanno potuto entrare nella sua cucina e avvicinarsi, spiritualmente e mentalmente, a quella che era la sua filosofia di vita rivolta ai più deboli e bisognosi.
La sua forte spiritualità l’ha portata ad elaborare una nuova concezione di teologia applicata alla cucina, che non stentava ad esprimere attraverso le frasi iconiche presenti nei suoi libri e corsi di cucina: «Gesù non ha compiuto proprio a tavola le cose più straordinarie? Dal banchetto di Cana all’ultima cena. La convivialità è un’espressione di comunione, cucinare è un gesto d’amore nel quale la famiglia si riconosce. E dunque: ‹Ditelo con un piatto!»
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