Si tratta di un omicidio a sfondo terroristico, quello per cui un 29enne portoghese ha perso la vita davanti ad un ristorante di kebab
La confessione shock dell’assassino di origini turche, ma svizzero di cittadinanza, conferma i sospetti di un atto terroristico da parte delle autorità competenti. Il 26enne aveva già avuto precedenti penali, per aver causato volutamente un incendio in una stazione di servizio. Durante questo processo, gli investigatori sospettaroso un possibile background jihadista dell’imputato. Lo scorso ottobre, il Procuratore Federale ha assunto il procedimento penale e il presunto assassino è stato in custodia da allora fino a giugno. In precedenza, la detenzione era stata prorogata più volte dal tribunale. La polizia ha evidenziato che il rilascio del 26enne era soggetto a condizioni rigorose: all’uomo è stato imposto, tra le altre cose, un coprifuoco notturno, un obbligo di denuncia e il divieto di portare un’arma. Fino all’omicidio di sabato scorso, non era stata registrata alcuna violazione delle regole. La polizia ha arrestato domenica il presunto colpevole ed è di nuovo in custodia.
I retroscena del crimine vengono chiariti dall’ufficio del Procuratore Federale, in collaborazione con le autorità competenti del canton Vaud e l’Ufficio federale di polizia: l’omicida, che aveva evitato il carcere in passato grazie ad una perizia psichiatrica, avrebbe dichiarato di aver compiuto quel gesto per «vendetta contro lo Stato svizzero e per vendicare il Profeta». Ora l’imputato rischia il carcere a vita per aver compiuto un efferato omicidio di matrice terroristica, la famiglia della vittima attende novità a riguardo, sperando che giustizia sia fatta.