Scuole, si ipotizza l’apertura fino a luglio

Si è riacceso nelle ultime ore il dibattito relativo la riapertura delle scuole le quali, in tutto questo panorama, risultano tra le più colpite dalla pandemia. Le lezioni in modalità smart hanno già iniziato a funzionare in tutti gli istituti ma, ad oggi, ci sono ancora troppi limiti e questioni da definire.

Nella giornata di ieri la ministra all’istruzione Lucia Azzolini ha dichiarato che le scuole resteranno chiuse fino a quando non saranno completamente garantite le misure di sicurezza per studenti e insegnanti. Questo sta a significare che anche dopo il 3 aprile (con la probabile proroga della quarantena) gli istituti non potranno riaprire le proprie porte.

Resta insoluta quindi la questione che riguarda il ritorno a scuola degli studenti e, in particolar modo, la loro valutazione. Le soluzioni per recuperare questi giorni di inattività sono fondamentalmente due. Una prima ipotesi vede gli studenti nelle classi fino a luglio (pandemia permettendo) mentre la seconda, più accreditata, prevede un inizio anticipato delle lezioni fissate al 1 settembre.

Oltre a questo la ministra ha dichiarato che si è al lavoro anche per stabilire delle valutazioni per tutti gli studenti di classi intermedie, ovvero che non hanno esami di maturità da eseguire quest’anno mentre, per quelli che hanno da sostenere la maturità, saranno rivisitati i criteri di accettazione e quelli relativi la valutazione finale con una commissione che potrebbe essere totalmente composta da membri interni.

Non è da escludere infine la possibilità di avviare dei veri corsi di recupero pomeridiani per offrire ai ragazzi la possibilità di restare al passo col programma nonostante la situazione di emergenza. Naturalmente verranno stabiliti dei criteri per verificare la reale partecipazione degli alunni alle lezioni online.

In arrivo anche investimenti corposi per l’acquisto di materiale digitale necessario per svolgere le lezioni online e circa 5 milioni per la formazione dei docenti. In tanti infatti si sono ritrovati a dover insegnare con strumenti mai adoperati prima.

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