Uno studio a Cambridge spiega l’evoluzione del Coronavirus

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno tracciato la storia genetica del nuovo Coronavirus da dicembre a marzo ed hanno trovato tre diverse varianti, ma strettamente legate tra loro.

L’infezione da COVID-19 si sta propagando in tutto il mondo e gli scienziati stanno studiandone la storia genetica e l’evoluzione che ha reso il virus più resistente al sistema immunitario dell’uomo.

Il primo ceppo, denominato tipo A, si è propagato principalmente nella west coast degli Stati uniti, in Australia e in Spagna. A livello genetico, il più vicino al virus originale che arrivava all’uomo dai pipistrelli tramite i pangolini. Seppur originariamente nasce in Cina, la diffusione avviene principalmente in altri continenti probabilmente in tempi non sospetti.

Il focolaio principale della pandemia invece, è stato colpito soprattutto dal tipo B: prima a Wuhan e poi in tutto il territorio cinese, fino ad arrivare in Europa. Inghilterra, Germania, Francia, Belgio ed Olanda i paesi più colpiti.

Il terzo ceppo invece è nient’altro che l’evoluzione ulteriore del tipo B. Un evoluzione generata entro i confini di Singapore e poi propagatasi prima ad Hong Kong e poi in tutta Italia. Visti i numeri sembrerebbe che proprio quest’ultimo sia il più letale dei tre, un virus che resiste molto alle difese immunitarie.

Da questi dati si evince la difficoltà dei ricercatori nel trovare un vaccino adeguato a tutte le evoluzioni del Coronavirus. Sperando che non avvengano ulteriori mutazioni non rimane altro che dar fiducia agli scienziati di tutto il mondo e rimanere a casa per evitare altri contagi.

Schreiben Sie einen Kommentar

Ihre E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht.

0 Shares
Tweet
Share
Pin
Share