Sono ancora quattro su dieci le persone che, nonostante i divieti ministeriali diffusi dal Presidente Giuseppe Conte attraverso il varo del nuovo decreto, continuano a girare per strada apparentemente senza motivi urgenti.
Gli spostamenti nelle città continuano ad essere
troppi e il numero dei denunciati, così come quello dei contagiati, continua a
crescere. Il modello da prendere come esempio è quello di Whuan il quale ha
dimostrato, fin da subito, la sua efficacia.
La soluzione si è intravista nell’applicazione di forze militari, a sostegno di
quelle dell’ordine, che permettano di controllare in maniera più accurata le
strade delle città italiane. In particolare gli uomini della missione Strade
Sicure potrebbero vedere un incremento di oltre 13mila unità per un totale di
20mila uomini e donne impegnate sul territorio.
Per limitare al massimo gli spostamenti degli italiani
si è pensato inoltre a limitare l’apertura delle attività ancora operative alla
sola mattina, comprese quelle che trattano generi alimentari. In questo clima
non proprio semplice arrivano anche le pressioni delle varie Regioni con
particolare attenzione alla Lombardia la quale ad oggi è la più colpita da
questa emergenza.
Le richieste dei presidenti delle regioni sono chiare e riguardano un
prolungamento del periodo di “quarantena” e un asprimento delle misure
restrittive, le quali dovranno essere ancora più severe per contenere il
contagio.
In ogni caso un nuovo decreto non è in bozza per il momento e, secondo gli esperti, si dovrà quantomeno aspettare domenica, giornata nella quale si potrà valutare la curva del contagio.
Nel frattempo la videoconferenza tenutasi ieri tra Giuseppe Conte, Luigi di Maio (Ministro degli Esteri), Roberto Speranza (Ministro alla Salute), Lorenzo Guerini (Ministro alla Difesa) e Lorenzo Boccia (Ministro per gli Affari regionali) ha portato all’ipotesi dell’istituzione di nuovi ospedali da campo e delle modalità per il rimpatrio dei cittadini italiani bloccati all’estero.